L'Europa

Europa, Europa, Europa, Europa. Tutti in questi giorni parlano dell’Europa.

Addirittura vi è un partito politico in Italia che si chiama+ Europa!

Io personalmente non sono mai stato un acceso tifoso dell’Europa, e questo probabilmente deve essere ricondotto ai miei frequentissimi viaggi in Europa, molti dei quali prima che si unificasse e prima dell’introduzione della moneta unica.

 

Da lavoratore stagionale sono stato in Germania, per tre estati di fila,  precisamente ad  Ispringen nel Baden-Württemberg, presso la metalmeccanica Obe Werk. 

A quell’epoca un marco equivaleva a 1000 lire, aderiamo alla moneta unica un marco diventa un euro e ci vogliono 1936,27 lire per un euro. Qualcosa è andato storto. 

 

Da turista ho visitato: Svizzera. Germania. Austria.  Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Spagna, Portogallo, Inghilterra e Scozia, tralasciando i viaggi in qualità  di accompagnatore nelle gite scolastiche all’estero.

Durante questi viaggi il mio stato d’animo prevalente era, dopo essermi qualificato come italiano, di disagio. 

Un’inadeguatezza che nasceva da  malcelato senso di diffidenza  di cui  ero circondato. 

 

Se parti in aereo da Roma o Milano e vai a Bruxelles con il rimborso delle spese per il biglietto, l’alloggio ed i pasti,  hai una certa visione dell’Europa. Ma se parti in treno da San Vito Marina, prima che la stazione venisse equiparata a stazione di campagna, senza il posto prenotato e con una prospettiva di viaggio di almeno 24 ore il punto di vista diventa più critico ed attento.

 

Forse, coloro che amano l’Europa costi quel che costi, o non ha mai viaggiato o hanno viaggiato da privilegiati.

 

In Germania ero considerato un morto di fame che non sapeva far funzionare il tornio. 

In Austria ti dovevi preoccupare di cambiare al confine la lira in scellini. Guai a presentarti in un bar o ristorante con le lire.

In Francia il pane lo chiamano “baguette”, se lo chiami pane non ti capiscono e non ti servono. 

In Olanda gli italiani erano considerati tutti spacciatori o drogati. 

A Copenaghen, capitale della Danimarca, presso un camping, forse il più sporco e malandato d’Europa, mi hanno imbrogliato sul cambio sfilandomi 100corone, l’equivalente di 50mila lire).

In Norvegia, presso il camping Ekeberg abbiamo dovuto legare con la catena le bici al camper per timore che  ce le rubassero. 

In Inghilterra perfino i tassisti erano intransigenti sulla pronuncia facendo  finta di non capire.  “Paddington station please!” Paddington doveva essere pronunciato “Peddington” altrimenti non c’era verso di farli  partire. 

Durante una visita al British Museum a Londra chiesi alla guida cosa ci facessero lì tutti quei reperti egiziani e perché non fossero al Cairo. 

La reazione fu a dir poco feroce.

 

In Scozia la preoccupazione principale  era che venissero pagati, non importa da dove provenissi. 

Forse l’unico paese dove c’era un certo rispetto per gli italiani era il Portogallo.

 

 

 

Maggio 2020